Le principali tendenze della supply chain antifragile secondo IUNGO
Pandemia da Covid e contromisure, invasione in Ucraina, crisi energetica e alimentare stanno ridisegnando l’assetto delle catene di approvvigionamento. Secondo un sondaggio condotto da McKinsey & Company su un campionario di 113 leader della supply chain provenienti da ogni parte del mondo, lo scorso anno oltre il 90% delle aziende ha investito nelle tecnologie della supply chain digitale per rispondere con la trasformazione alle principali sfide che stanno sconvolgendo il settore: interruzione delle catene di approvvigionamento, carenza di manodopera e di materie prime.
“Si è parlato a lungo di resilienza e di necessità di adottare ogni possibile strategia e buona pratica in quella direzione. Oggi si sente sempre più parlare del principio di antifragilità, ovvero dell’attitudine al costante miglioramento in funzione dei fattori di stress, volatilità, disordine che sollecitano persone e aziende. Questo ha portato e continuerà a portare le aziende verso l’introduzione di nuovi strumenti a supporto del business e alla revisione dei processi.” – dichiara Micaela Valent, Product Manager di IUNGO.
Ma quali novità sta abbracciando questa supply chain in mutazione? IUNGO, piattaforma di supply chain collaboration in cloud nata nel 2001 come spin-off della Facoltà di Ingegneria dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, ha identificato le principali tendenze che caratterizzeranno le catene di approvvigionamento nei prossimi mesi.
La sostenibilità delle catene di approvvigionamento influenza sempre più le decisioni di acquisto. Le aziende, infatti, valutano scrupolosamente iniziative come la riduzione delle emissioni di carbonio, l’utilizzo di plastica e di altri materiali non riciclabili al fine di poter garantire loro stesse una buona tracciabilità del prodotto.
Il cloud, tecnologia digitale che consente l’accesso a servizi informatici tramite connessione a internet, consente di gestire le comunicazioni in maniera automatica e in real time prevenendo problemi come la difficoltà di reperimento delle materie prime, la ricerca di fornitori alternativi e la mancanza di tracciabilitàdi tutti i processi e delle transazioni gestite.
L’intelligenza artificiale, tecnologia a base di algoritmi che simula l’intelligenza umana analizzando grandi quantità di dati, consente di monitorare in tempo reale le attività della supply chain automatizzando parte dei processi e offrendo visibilità completa sui flussi di materie prime e prodotti finiti. L’AI consente di identificare rapidamente eventuali problemi e agire tempestivamente per risolverli.
Una supply chain digitalizzata è per sua natura maggiormente esposta ad attacchi informatici sempre più sofisticati. Di conseguenza, la cybersecurity è diventata una priorità per le aziende, che hanno il dovere di proteggere le loro attività e dati sensibili, garantendo la continuità operativa della supply chain.
L’analisi di grandi quantità di dati provenienti da fonti diverse fornisce alle aziende informazioni preziose per migliorare l’efficienza, la visibilità e l’agilità della loro catena di approvvigionamento.
L’individuazione delle aree di rischio e delle azioni volte a garantire la continuità del business in situazioni di crisi come disastri naturali, epidemie, conflitti e interruzioni delle forniture garantiscono tempi di reazione veloci e costi derivanti contenuti.
La carenza di manodopera, le interruzioni delle catene di approvvigionamento e gli aumenti della domanda dei prodotti stanno costringendo le organizzazioni ad attingere alla robotica. I robot, mobili o fissi, agevolano i lavoratori nelle attività di stoccaggio, trasporto e consegna.
Tecnologie avanzate come l’intelligenza artificiale o la robotica prevengono ritardi, interruzioni e degrado della qualità dei prodotti tramite l’uso di sensori e dispositivi IoT che monitorano la posizione, lo stato e le condizioni della merce in transito.
“Le aziende dovranno lavorare molto sulla creazione di una cultura aziendale nell’adozione di tali tecnologie così come nella formazione. L’impegno dell’alto management è essenziale per garantire che le tecnologie e le strategie vengano adottate e applicate in modo coerente in tutta l’organizzazione. Sarà altresì importante sviluppare una strategia e un piano dettagliato per l’implementazione di queste tecnologie e strategie. Questo piano dovrebbe identificare gli obiettivi di business, le sfide e le opportunità, i requisiti di investimento, il personale e la formazione necessari, i tempi di implementazione e le metriche di valutazione. La collaborazione con i partner è un fattore fondamentale per massimizzare i benefici: sono infatti un punto cruciale per l’input dei dati ma anche per l’output delle azioni. Le aziende avranno la necessità di investire nelle infrastrutture e nelle tecnologie necessarie per supportare queste tecnologie e strategie. Ciò può includere l’acquisizione di software e hardware specializzati, l’aggiornamento delle reti e delle piattaforme informatiche, la formazione del personale e l’implementazione di misure di sicurezza informatica. Infine, ma non meno importante, la formazione e sviluppo del personale sia sull’utilizzo di queste tecnologie e strategie, nonché sulle migliori pratiche per l’implementazione e la gestione delle stesse.” – conclude Micaela Valent.
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