Primark pubblica le evidenze del terzo Report ‘Sustainability and Ethics Progress’. Il report mostra i progressi nell’implementazione degli impegni di sostenibilità dell’azienda e i risultati concreti ottenuti.
Negli ultimi 12 mesi, infatti, il 66% dei capi di abbigliamento venduti da Primark è stato realizzato con materiali riciclati o provenienti da fonti più sostenibili. Il retailer ha, inoltre, portato avanti il suo impegno in merito al problema dei rifiuti tessili introducendo un maggior numero di abiti riciclabili alla fine del loro ciclo di vita. Quest’anno Primark ha puntato a incrementare la quantità di capi di abbigliamento progettati secondo i principi di circolarità, come denim e jersey, e ha continuato a integrare le linee guida sui prodotti circolari attraverso la formazione di dipendenti e fornitori. Il 3% dei capi d’abbigliamento venduti da Primark negli ultimi 12 mesi sono circolari, secondo i criteri stabiliti dal Circular Product Standard di Primark, compresi gli articoli delle collezioni Rita Ora e Disney The Lion King.
Scardinando l’idea che i capi più durevoli debbano necessariamente costare di più, Primark quest’anno ha lanciato il suo Durability Framework. Nonostante l’attenzione da parte dell’UE sulla durata dei prodotti, contestualmente all’aumento del costo della vita e all’impatto dei rifiuti tessili sull’ambiente, non esiste attualmente uno standard di settore o legale per la durata fisica dei prodotti. Sostenuto da una ricerca condotta dall’associazione ambientalista Hubbub e dalla Scuola di Design dell’Università di Leeds, il Durability Framework di Primark è stato concepito per definire il modo in cui i rivenditori di moda possono aiutare i consumatori a ottenere di più dai loro capi di abbigliamento.
La riduzione delle emissioni di CO2 lungo tutta la catena del valore negli ultimi 12 mesi è un risultato molto importante per Primark, che si è posta l’obiettivo di dimezzare le emissioni di anidride carbonica lungo tutta la filiera entro il 2030. Le emissioni Scope 1 e 2 di Primark si sono ridotte del 21% nel 2024, rispetto al 2023, e sono state inferiori del 52% rispetto al valore di riferimento del 2019. Questa riduzione è stata ottenuta grazie a misure di efficienza energetica attuate nei suoi negozi e all’utilizzo di energia elettrica rinnovabile e a basse emissioni di carbonio. Primark ha ottenuto una riduzione dell’1,9% delle emissioni totali di carbonio in tutta la sua catena del valore rispetto all’anno di riferimento 2019 e una diminuzione dell’11,6% rispetto allo scorso anno. Il retailer prevede che questa riduzione fluttuerà nel breve termine grazie all’espansione dell’azienda.
Il cotone è la fibra più utilizzata nei capi di abbigliamento Primark: l’evoluzione del Primark Cotton Project e la formazione dei coltivatori di cotone su pratiche agricole più rigenerative sono un obiettivo fondamentale per l’azienda. Quest’anno circa 3.000 agricoltori hanno completato un progetto pilota lanciato in India, Bangladesh e Pakistan: sono stati formati all’utilizzo di alternative biologiche ai pesticidi chimici e all’introduzione di colture di copertura che proteggono il suolo e creano nuovi flussi di reddito. Primark ha sviluppato una roadmap fino al 2030 per promuovere ulteriormente l’adozione dell’agricoltura rigenerativa nell’ambito del Primark Cotton Project.
Lynne Walker, Direttrice di Primark Cares, commenta così: “Il nostro impegno sulla sostenibilità è insito in tutti noi di Primark e, adesso, stiamo iniziando a vedere risultati concreti. I progressi raggiunti nei tre anni dalla presentazione della strategia Primark Cares ci rendono orgogliosi del lavoro che stiamo facendo. Come brand per tutti, siamo consapevoli della nostra grande responsabilità di utilizzare il nostro network per fare del bene. Agire sul tema della durata dei capi d’abbigliamento nel nostro settore e dimostrare che gli abiti più sostenibili e duraturi non devono necessariamente costare di più è stato un risultato straordinario. Continuare ad apprendere attraverso la raccolta di preziosi insight collaborando, al contempo, in modo significativo con gli altri attori del settore sarà fondamentale per raggiungere gli obiettivi 2030.”