MAPIC Cannes 2024: tutti gli highlights del futuro del retail
Si è conclusa l’edizione 2024 del MAPIC, che anche quest’anno ha consolidato la sua posizione come piattaforma commerciale imprescindibile in un settore in continua evoluzione. Nonostante le sfide che il mercato del retail commerciale sta affrontando, questi tre giorni di networking e aggiornamento hanno dimostrato che le basi del comparto rimangono solide e che la determinazione al successo è più forte che mai. Il salone ha visto la partecipazione di 4.400 persone, con 1.800 rappresentanti di catene di vendita al dettaglio e la presenza dei principali operatori internazionali, tra cui AEW, CBRE IM, Pradera, Klepierre, URW, Ingka Centres, Nhood, Altarea, Hammerson, IGD, Apsys, Mercialys, e Sonae Sierra.
Un altro aspetto distintivo di questa edizione è stata la partecipazione di operatori mediorientali come Seven, Diriyah e Cenomi, che hanno presentato i loro progetti, nonché l’esposizione di importanti iniziative internazionali, come il progetto Entrecampos o Grande-Synthe, il primo annuncio della nuova società creata da Nhood e dalla Banque des Territoires.
Il salone ha visto anche l’ampliamento dello spazio espositivo e l’introduzione di un nuovo settore dedicato al brand licensing, con un focus particolare su LeisurUp, l’area dedicata all’intrattenimento e alle esperienze immersive. Qui hanno partecipato attori di rilievo come Bandai Namco, Citywave, Immersive Cities, Hasbro, Dama Dreams, Dedem, Hupalupa, Smiley, QubicaAMF, Pausa, TF1 Licensing, Universal, Walltopia e Zero Latency VR.
Le numerose conferenze e sessioni organizzate nei primi due giorni hanno offerto una panoramica completa delle principali tendenze del mercato, con interventi da parte di numerosi relatori internazionali di spicco.
Di seguito lo scenario sulle principali novità dell’edizione di quest’anno. La prossima edizione di Mapic Cannes è già in programma da martedì 4 a giovedì 6 novembre 2025.
MAPIC ha offerto una panoramica approfondita sul punto di vista degli investitori nel mercato retail, evidenziandone tendenze e prospettive. Attraverso due sessioni dedicate, gli investitori internazionali hanno condiviso analisi, opinioni e motivazioni in un contesto di continua trasformazione. Le prospettive emerse sono state positive, sottolineando la solidità del settore retail.
Durante la sessione Investor sentiment: Retail back in the spotlight in Europe? hanno partecipato Beatrice de Quinsonas Drouas, Mathieu de Mallman, Eric Decouvelaere e Romain Muller. Uno studio europeo presentato da BPCE Solutions Immobilières ha evidenziato come, nonostante il calo degli investimenti nelle categorie di Uffici, Retail e Logistica, il settore Retail abbia mostrato una maggiore resilienza, con una diminuzione contenuta del 10%. Gli investimenti nel Retail sono stati principalmente sostenuti dal dinamismo dei mercati italiano, portoghese e spagnolo, che hanno registrato le migliori performance in termini di ricavi, insieme al Regno Unito. BPCE, focalizzandosi sull’High Street, sottolinea inoltre l’ampia variabilità dei canoni di locazione retail tra Paesi e città, una differenza che però non si riflette nei rendimenti, che si mantengono tra il 3% e il 5,5%.
Secondo BPCE Solutions Immobilières, il mercato degli investimenti immobiliari retail subirà una profonda trasformazione nel 2024-2025, caratterizzata da una rinnovata dinamica e da un approccio strategico radicalmente diverso. Come hanno sottolineato i relatori: “C’era il retail del 2019 e c’è il retail del 2025”. In passato, l’apertura di punti vendita al dettaglio era quasi sinonimo di successo garantito. Oggi, invece, il settore si distingue per un’elevata selettività e una profonda consapevolezza delle sfide economiche. Gli investitori stanno tornando sul mercato con volumi in crescita, in particolare nell’Europa sudorientale e nel Regno Unito, adottando strategie opportunistiche focalizzate su concept di comprovato successo.
Le prospettive a 5-10 anni delineano un panorama retail sempre più selettivo, in cui “solo gli spazi più performanti sopravviveranno”. La crescente polarizzazione del settore sta aumentando il valore degli asset ben gestiti, favorita da un incremento del traffico del 4% e da un approccio sempre più specifico, sia asset-by-asset che country-by-country. Il successo non dipende più esclusivamente dalla superficie disponibile, ma richiede “competenze operative di alto livello, dal capex all’opex”.
In un contesto economico in cui l’inflazione ha perso centralità come preoccupazione principale, questa trasformazione è resa possibile. Entro il 2025, il retail si evolverà in un ecosistema complesso, in cui “attrarre i migliori marchi con il giusto concept” e “migliorare l’esperienza del cliente” sono elementi imprescindibili. Tale evoluzione richiede una visione strategica a lungo termine, la capacità di adattarsi ai cambiamenti e una gestione orientata non più alla sola espansione, ma alla creazione di valore attraverso esperienza e operatività.
La prima parte del Summit francese, moderata da Christian de Kerangal, Managing Director dell’Institut d’Épargne Immobilière et Foncière, ha visto gli interventi di Angélique Houbre, Head of Retail Asset Management di Lasalle Investment Management, e di Ana Vuckovic, Associate Director Investments di AEW. Le analisi presentate da Christian de Kerangal hanno fornito una panoramica sul mercato degli investimenti immobiliari commerciali, attualmente attraversato da complessi cambiamenti, caratterizzati da segnali economici contrastanti e strategie di adattamento.
Con l’inflazione in forte calo, le banche centrali stanno valutando un allentamento dei tassi, con la BCE in testa, mentre la FED rimane cauta. “È probabile che i tassi di interesse a lungo termine rimangano intorno al 3%”, un livello cruciale per gli investitori che, secondo l’IEIF, non prevedono un aumento immediato dei prezzi degli immobili e per i quali le prospettive economiche rimangono sfumate: “Il 2025 sarà probabilmente difficile in termini di crescita, con un prevedibile aumento dei fallimenti delle imprese e dei volumi di investimento divisi per tre”.
Tuttavia, il settore retail sta mostrando una promettente capacità di recupero, con “un volume di investimenti retail che dovrebbe raggiungere i 3 miliardi di euro entro la fine dell’anno”, mentre il mercato degli uffici è in declino. Il fascino degli asset retail, e in particolare dei parchi commerciali, sta diventando sempre più strategico. Come sottolineano Angélique Houbre e Ana Vuckovic, questi asset offrono vantaggi significativi: “Nel retail abbiamo una diversità di asset, una molteplicità di affittuari e la possibilità di creare valore su tutto il territorio”.
I centri commerciali sono particolarmente interessanti, con valori stabili, marketing efficiente e investimenti ESG inferiori rispetto ai centri commerciali tradizionali. Le strategie di investimento vengono reinventate, con “l’allocazione degli immobili che passa da tre a quattro asset class”, includendo ora il retail accanto a uffici, logistica e industria. Come sottolinea Ana Vuckovic di AEW, “i nostri investitori guardano ancora al retail, soprattutto perché si sono allontanati dagli uffici”, attratti da “un premio al rischio più interessante e dalla diversificazione degli asset retail”.
Il trend si concentra su asset molto core, come gli edifici ben posizionati nelle grandi città e i parchi commerciali strategici. I rendimenti sono passati dal 3% al 4,25%, “dopo un lungo periodo di assestamento”. Angélique Houbre conferma questa tendenza, sottolineando che “dal 2018 l’allocazione è stata del 30% di uffici e del 30% di retail”, con una preferenza per “asset a uso misto nei centri città” e un cauto ritorno ai parchi retail.
Inoltre, Lasalle Investment Management ha ampliato il suo approccio, “convincendo i nostri partner a guardare a operazioni di valore compreso tra 40 e 80 milioni di euro”, al fine di adottare un approccio più flessibile e diversificato in un mercato in costante evoluzione. In questo modo, gli investitori hanno sottolineato la resilienza e la fiducia dei loro clienti nel settore retail.
La ristrutturazione di edifici esistenti e la progettazione di un mix di usi sono ormai pilastri fondamentali nei progetti di sviluppo a livello internazionale. Anche quest’anno, il MAPIC ha messo in luce progetti di rigenerazione urbana in cui il retail svolge un ruolo chiave, fungendo da elemento di connessione tra le diverse attività previste.
Il Retail and Urban Regeneration Summit ha presentato una serie di progetti significativi che dimostrano quanto il concetto di placemaking sia centrale nella progettazione urbana. Tra questi, sono emersi i progetti di Brent Cross Town, Entrecampos, Alverca, Grande-Synthe, Diriyah e Spazio Quadrilatero.
Brent Cross Town, un ambizioso sviluppo a uso misto di 180 acri, si trasformerà in un nuovo quartiere nel nord-ovest di Londra, con 50 acri di parco. L’obiettivo è creare una città sostenibile fondata su quattro principi: zero emissioni di carbonio, eccellenti collegamenti, spazi dedicati al gioco e allo sport, e un ambiente dove tutti possano prosperare. Entro il 2029, saranno realizzate 3.400 abitazioni.
A Lisbona, un anno dopo l’annuncio del progetto, Michael Purefoy ha fornito dettagli aggiuntivi sul progetto di Entrecampos, un’operazione di rigenerazione di un intero quartiere. Su un terreno non edificato da oltre 20 anni, l’operatore ha l’opportunità di realizzare un progetto storico. Il sito di 5 ettari, ben collegato e situato nel cuore della città, prevede 17.000 mq di spazi pubblici e parchi. Il team di progettazione comprende due architetti vincitori del Premio Pritzker e il progetto include 7 edifici per uffici, 3 residenziali e 24.000 mq di spazi commerciali. Il completamento è previsto per la seconda metà del 2027, con l’ambizione di ottenere la certificazione Leed Gold, rendendo Entrecampos il primo quartiere in Portogallo con tale certificazione.
Un altro progetto di grande impatto presentato al MAPIC è Diriyah Square a Riyadh, la cui scala è difficilmente immaginabile dal solo modello in scala. Situato a soli 15 minuti dalla capitale saudita, il progetto si sviluppa su 14 km e si ispira alla storia del Regno, in particolare al sito patrimonio dell’umanità di Al Turaif. Diriyah sarà un sobborgo di lusso che ospiterà musei, scuole, hotel, residenze, negozi, parchi e uffici. Con un investimento di 62 miliardi di dollari, il progetto prevede la creazione di 178.000 posti di lavoro diretti, 4 stazioni della metropolitana collegate a Riyadh e un obiettivo di certificazione Leed Platinum. La sua conclusione è prevista per il 2027.
Nhood ha presentato il progetto Alverca, situato a 20 minuti da Lisbona. Un’iniziativa progettata in risposta alle esigenze dei residenti locali, con l’obiettivo di creare un nuovo centro comunitario. La prima fase, appena completata, ha visto la ristrutturazione di una galleria commerciale e l’apertura di Leroy Merlin. La seconda fase, prevista per il prossimo anno, includerà una palestra e un centro sociale e amministrativo per supportare i cittadini nelle loro necessità quotidiane.
Praemia e Colliers hanno invece presentato il progetto Spazio Quadrilatero a Milano, un’ambiziosa ristrutturazione di un edificio nel quadrilatero della moda. Il progetto punta a combinare design, efficienza e estetica per attrarre nuovi marchi e aumentare il traffico pedonale nell’area.
Infine, Antoine Grollin, CEO di Ceetrus, ha presentato Grande-Synthe, un progetto frutto della collaborazione tra Banque des territoires e Ceetrus. Si tratta di un’iniziativa di “New Real Estate” al servizio del “New Retail”, destinata a sostenere la nuova direzione di Auchan.
Un altro momento saliente è stato l’intervento di Eric Costa, presidente di Citynove, dal titolo “E se l’emozione fosse il parametro definitivo nell’equazione del retail?”. Citynove, la società immobiliare del Gruppo Galeries Lafayette, ha presentato i risultati di un laboratorio creato all’interno del Gruppo per analizzare e migliorare l’esperienza del cliente nei suoi negozi. Lavorando con accademici e semiologi, Citynove ha adottato un approccio quasi scientifico alla progettazione del percorso del cliente, cercando di rispondere a tre domande fondamentali: “Perché compriamo la moda? Perché usciamo di casa? Perché premiamo il pulsante per chiudere più velocemente la porta dell’ascensore?”
Le ragioni di questi comportamenti possono sembrare semplici, ma rivelano aspetti profondi delle nostre emozioni e della nostra psiche. La moda è vista come una proiezione di noi stessi verso un futuro migliore, una risposta al nostro bisogno di ottimismo. Allo stesso modo, quando chiudiamo la porta dell’ascensore, spesso lo facciamo per un senso di urgenza: “Le persone sono stressate, c’è un senso di urgenza. Non possiamo permetterci di perdere tempo,” spiega Eric Costa, presidente di Citynove.
Per comprendere questi comportamenti e concentrarsi sulle emozioni dei clienti in ogni fase del progetto, è stato necessario mettere a punto una metodologia per misurare i livelli di stress degli utenti. Il progetto di Annecy è stato utilizzato come laboratorio, con l’obiettivo di creare spazi in cui lo stress fosse ridotto: “Dobbiamo progettare punti di contatto che eliminino le emozioni negative, perché sono più potenti di quelle positive, che sono fragili.” Un esempio significativo riguarda il centro medico: “Se vedi un centro medico, genera un’emozione negativa,” quindi il team ha chiesto ai centri medici di rivedere il loro design per migliorare l’atmosfera del luogo.
Dopo soli 4 mesi, i risultati sono già stati evidenti: “Abbiamo misurato i risultati chiedendo perché alle persone piacesse il posto, e la risposta è stata: ‘Non c’è un motivo particolare, ci piace e basta.'” I dati confermano la validità di questo approccio: “I tassi di affluenza e di conversione sono stati più alti del previsto dopo soli 4 mesi e oggi, a 18 mesi di distanza, sono addirittura superiori alle cifre ottenute in altri negozi francesi, ad eccezione di Haussmann.” Piuttosto che massimizzare gli affitti nel breve periodo, il team ha scelto di puntare su una performance a medio termine. Eppure, Citynove sta ottenendo risultati migliori del previsto: “Questo dimostra che l’approccio emotivo è valido.” Il team ha lavorato per 10 anni per progettare gli spazi in questo modo, affrontando molti fallimenti iniziali. Eric Costa ne trae alcune conclusioni: “È essenziale che tutti i rivenditori e le persone coinvolte nel progetto abbiano la stessa visione. Si tratta di creare una comunità intorno al progetto e il ruolo del team di vendita è quello di convertire la solitudine, non solo di vendere.”
Questo concetto è riassunto dalla nozione di “Gentilezza casuale” di Eric Costa, un principio adottato da tutti i dipendenti del negozio di Annecy. In un mondo guidato dalle transazioni, l’idea è di concentrarsi sulle relazioni umane piuttosto che sul profitto, che “non deve essere l’obiettivo a breve termine.”
Il MAPIC è il luogo ideale per incontrare i marchi che contribuiranno a creare città e centri commerciali dinamici e attraenti. Per svolgere ancora più efficacemente il suo ruolo di catalizzatore e creatore di legami tra rivenditori e proprietari o gestori di spazi commerciali, MAPIC ha creato l’Osservatorio internazionale sui brand in espansione. Una guida, pubblicata durante il salone, elenca una ventina di concept di marchi internazionali con importanti piani di espansione in Francia, Italia, Spagna, Germania e Regno Unito. La galleria retail del salone e le sessioni di pitch di questi marchi hanno permesso ai partecipanti di entrare in contatto con i brand destinati a fare notizia nel settore retail nei prossimi mesi.
Le conferenze hanno anche offerto ai rivenditori l’opportunità di condividere le loro esperienze di sviluppo internazionale. La sessione Retail without Frontiers, con la partecipazione di Salomon e JD Sports, ha illustrato due straordinarie traiettorie di sviluppo internazionale nei settori sport e moda, ognuna costruita su una ricca storia e su una chiara visione di espansione globale. Nata nel 1947 in Francia come azienda familiare specializzata in attrezzature da sci, Salomon si è evoluta gradualmente in un marchio multisport, oggi parte del gruppo Amer Sports. “La preparazione del marchio è fondamentale. Se il marchio non è pronto, è solo uno spreco di tempo e denaro”, sottolinea Pascal Clausse, evidenziando l’importanza di un approccio metodico all’espansione.
Le strategie di sviluppo di queste due aziende condividono principi comuni: un adattamento locale rigoroso, mantenendo al contempo la coerenza globale del marchio. Per JD Sports, che ha iniziato la sua attività nel Regno Unito nel 1981 e ora opera in 36 Paesi con 4.450 negozi, “ogni mercato è diverso. Si tratta di capire l’opportunità e di adattarsi alle dinamiche locali”, spiega Nigel Keen. Entrambe le aziende prediligono posizioni strategiche, con negozi di punta nelle principali città e un’attenzione particolare ai formati di vendita al dettaglio adattati a ciascun mercato.
Le sfide dell’espansione sono molteplici: alti costi operativi in Europa, complessità politiche e commerciali in alcuni mercati, necessità di comprendere le specificità locali. Salomon punta su una strategia di “epicentri” in Europa, Cina e Stati Uniti, utilizzando i flussi finanziari generati dalla Cina per finanziare l’espansione europea. JD Sports punta a 1.100 negozi negli Stati Uniti e a 200 negozi in franchising a livello internazionale nei prossimi cinque anni.
Da queste strategie emerge un punto cruciale: “Bisogna avere fiducia nei team locali, mantenendo stretti legami e linee guida chiare”. Entrambi i marchi stanno sviluppando accademie interne per garantire che i loro team comprendano e incarnino i principi del marchio, considerando lo sviluppo dei talenti come un investimento strategico essenziale per la loro crescita internazionale.
Il keynote sul cibo di Alan Francis Honan, VP Head of International Development di Wingstop, e Arnaud van Coppenolle, Senior Director International Development di Krispy Kreme, ha evidenziato le strategie di espansione con un sano appetito.
Krispy Kreme si è posizionato come un marchio la cui missione è “soddisfare la voglia di dolce e diffondere la gioia attraverso la condivisione”, con l’obiettivo dichiarato di diventare il marchio di dolci più amato al mondo. Per raggiungere questo obiettivo, l’azienda si sta concentrando su una strategia omnichannel, combinando i propri negozi, i franchising e i convenience store. Uno degli elementi chiave del modello è la condivisione, con il 75% delle ciambelle Krispy Kreme vendute in quantità condivisibili, per sfruttare il piacere di donare.
L’espansione internazionale è parte integrante della strategia dell’azienda, che di recente è entrata nel mercato europeo, con il lancio a Parigi nel 2023, e si è concentrata su mercati come la Spagna e la Germania. In tre anni, Krispy Kreme ha ampliato la sua presenza da 20 a 40 mercati internazionali e prevede di aumentare il numero di punti vendita nel mondo da 15.000 a 100.000. I mercati target vengono selezionati in base a criteri specifici: una popolazione di classe media numerosa, una forte domanda di prodotti pratici e confortevoli, e la ricettività nei confronti dei marchi americani.
Krispy Kreme presta particolare attenzione all’esperienza del cliente, con il suo tratto distintivo: ciambelle fresche e calde preparate ogni giorno in negozi dove i clienti possono vedere il processo di produzione. Il loro modello mira a combinare convenienza ed esperienza in negozio per i clienti. Come riassume Arnaud van Coppenolle: “Se non avete mai mangiato una ciambella fresca e calda, è un’esperienza che vi cambierà la vita.”
Wingstop, la cui missione è “non essere nel business del pollo, ma in quello del gusto”, mira a diventare uno dei 10 principali marchi di ristoranti al mondo. Il marchio punta molto sulla digitalizzazione, con oltre il 70% delle vendite provenienti dai canali digitali. Il loro modello è progettato per ridurre al minimo la complessità operativa, facilitando una rapida espansione e riducendo i costi di lavoro. Wingstop punta anche sulla consegna, un modello particolarmente efficace in mercati come il Regno Unito.
Con 300 nuovi ristoranti aperti nell’ultimo anno e l’ambizione di espandersi fino a 10.000 ristoranti in tutto il mondo, Wingstop sta crescendo rapidamente. Tuttavia, l’azienda deve affrontare sfide come l’inflazione, la carenza di manodopera e la dipendenza dalle ali di pollo come materia prima. Il marchio deve inoltre destreggiarsi tra la coerenza del marchio e l’adattamento alle esigenze specifiche dei mercati locali.
La selezione degli affiliati è un fattore essenziale per Wingstop. Il marchio cerca un equilibrio tra adattamento culturale, conoscenza del mercato e fiducia reciproca. Ciò comporta visite approfondite al mercato, controlli dei dati e delle referenze, affidandosi all’intuizione: “Se non sei pronto ad andare in vacanza con loro, non firmare un contratto di 20 anni”. Errori nella selezione dei partner e ingressi sul mercato mal preparati sono alla base di molti fallimenti. La trasparenza nei confronti dei franchisee sulle potenziali sfide è quindi essenziale: “Non si può semplicemente dipingere un business plan idilliaco; i partner devono essere consapevoli delle potenziali complessità.”
Wingstop sottolinea anche l’importanza della flessibilità per soddisfare i gusti locali. Ad esempio, in Thailandia sono state introdotte ciambelle salate e in Giappone sono stati aggiunti al menu i gusti matcha. Tuttavia, “ci sono alcune cose che si possono adattare, ma i fondamenti devono rimanere fedeli al marchio.” Quando si entra in nuovi mercati, bisogna essere diligenti e allo stesso tempo correre rischi coraggiosi. Iniziare troppo in piccolo può danneggiare la fiducia dei consumatori e portare al fallimento. Alan Francis Honan ribadisce l’importanza della longevità del marchio, sottolineando che la crescita deve essere guidata dalle transazioni piuttosto che dai prezzi, con investimenti nella digitalizzazione e nella personalizzazione per garantire la sostenibilità a lungo termine.
Riflettendo il cambiamento del volto del retail, il MAPIC ha rivelato la crescente importanza del commercio inclusivo, che è diventato parte integrante di progetti e mix commerciali. Questa richiesta di esperienza nel retail è un’opportunità per il mondo della disabilità di presentarsi sotto una nuova luce e di rompere il muro dell’esclusione, creando un nuovo legame con un pubblico ampio. Creando posti di lavoro per persone con disabilità in cui il rapporto con il cliente è centrale, i nuovi concetti di vendita al dettaglio partecipano a questo processo di apertura e dimostrano che il business può andare di pari passo con la consapevolezza sociale.
L’intervento di Didier Roche, fondatore di Dans le Noir?, ha presentato la storia di successo di questo concetto di ristorante immersivo in cui i clienti cenano nell’oscurità totale, guidati da camerieri non vedenti. Didier Roche ha colto l’occasione per sottolineare che un’attività progettata per le persone con disabilità è, in sostanza, un concetto che può essere adattato a tutti.
I MAPIC Awards hanno premiato anche One Drop Store gestito da Ingka Centres a Wuxi. Questo negozio unisce creatività e inclusione, offrendo formazione professionale e laboratori per persone con disabilità. In collaborazione con Desis Lab e Keyi Social Lab, il negozio espone prodotti significativi, mentre gli artigiani coinvolgono i visitatori in attività pratiche.
Anche la MAPIC Academy ha scelto di onorare Free Form Style. Poiché la moda deve adattarsi a tutti, Free Form Style crea una moda priva di barriere architettoniche progettata per facilitare la vita delle persone con disabilità. Primo marchio di moda inclusiva in Spagna, Free Form Style sta ripensando il design dell’abbigliamento per sviluppare prodotti confortevoli che tengano conto delle esigenze delle persone con disabilità, comprese le aperture laterali, le aperture sulla schiena, le maniche, le aperture per i cateteri, ecc.
Nel mondo in continua evoluzione del retail, le innovazioni si susseguono e il programma MAPIC ha messo in evidenza l’importanza dell’IA, che non è più solo una tendenza, ma sta ormai influenzando profondamente il retail su più livelli.
Alla tavola rotonda Retail and Property AI: Optimise, Personalise, Communicate, diversi esperti hanno condiviso le loro prospettive sull’integrazione dell’intelligenza artificiale nel settore retail e sul suo impatto nel coinvolgere e personalizzare l’esperienza dei clienti.
Alessandro Zanotti, Managing Director di Accenture Song e leader globale per il settore Retail Media, ha sottolineato l’importanza strategica dell’IA nel guidare l’innovazione nel coinvolgimento dei clienti. Ha evidenziato che l’IA non solo consente di automatizzare alcuni processi, ma crea anche nuove opportunità per arricchire l’esperienza del cliente su scala globale. Charlotte Journo-Baur, CEO di Wishibam, ha spiegato come l’IA possa trasformare le operazioni su piccola scala in successi commerciali, rendendo le piccole imprese più agili e connesse. Giulia Staffieri, Direttore Marketing, Vendite e Omnichannel di Leroy Merlin Italia, ha condiviso i suoi 20 anni di esperienza nel settore, illustrando come l’IA stia ridefinendo le strategie incentrate sul cliente nel retail, consentendo una maggiore personalizzazione ed efficienza.
L’integrazione dell’IA nelle strategie aziendali è ormai una realtà consolidata: il 78% delle aziende ha già adottato l’IA nelle proprie attività. Tuttavia, solo il 40% di queste si trova nella fase di sperimentazione dell’IA generativa, segno che c’è ancora un grande potenziale non sfruttato in questo campo. Gli investimenti nell’IA sono suddivisi per il 60% nell’innovazione e per il 40% nell’estensione delle tecnologie esistenti, a dimostrazione di un equilibrio tra sperimentazione e implementazione pratica.
L’IA ha un potenziale enorme per migliorare la produttività, con stime che indicano un aumento del 40% nel settore retail. Circa il 34% delle attività può essere automatizzato, mentre un ulteriore 7% può essere ottimizzato grazie all’IA. Strumenti come i co-piloti dell’IA consentono un processo decisionale più rapido e una migliore gestione del flusso di lavoro, supportando attività come l’ottimizzazione dei prezzi, la gestione delle scorte e le operazioni in negozio.
I casi d’uso dell’IA sono in continua evoluzione e trasformano aree chiave come la creazione di contenuti, l’interazione con i clienti e la raccomandazione di prodotti personalizzati. L’IA generativa, in particolare, sta rivoluzionando questi settori, con applicazioni che spaziano dalla generazione di codici all’uso di chatbot per il servizio clienti, fino a capacità di ricerca migliorate e strumenti come la sintesi delle riunioni e la gestione dei dati.
L’intelligenza artificiale sta anche ridefinendo il modo in cui le aziende interagiscono con i propri clienti e partner commerciali. Attraverso strumenti di conversazione avanzati, chatbot ed esperienze di ricerca personalizzate, l’IA sta creando connessioni più profonde e personalizzate con i consumatori. Inoltre, consente una comunicazione iper-personalizzata, adattando contenuti, promozioni e strategie alle preferenze individuali, rafforzando al contempo le relazioni con i partner e i locatari.
Infine, l’intelligenza artificiale semplifica i processi di localizzazione e traduzione, permettendo di raggiungere i clienti in modo più rapido e personalizzato. Questa innovazione garantisce una connessione più profonda con il pubblico e ottimizza l’efficacia delle azioni di marketing. Combinando automazione e esperienza umana, l’IA apre possibilità senza precedenti per l’innovazione, l’efficienza e la personalizzazione, stabilendo nuovi standard per i settori del retail e del real estate.
L’IA non si limita quindi a migliorare i processi: è un vero e proprio catalizzatore per trasformare il coinvolgimento dei clienti, la produttività e la creazione di valore in questi settori.
Molto più di una semplice parola d’ordine, i media per la vendita al dettaglio stanno emergendo come un’evoluzione del negozio stesso. La conferenza Turning Stores into Media Platforms ha riunito Lee Jackson, SVP Digital Solutions Advisory di JLL, Mylène Marchat, Communication & CSR Director di Imediacenter, e Ricardo Rosa, Director Digital Mall Business Development di Sonae Sierra, per fare luce su questo argomento in evoluzione.
Nel moderno ecosistema della vendita al dettaglio, i dati e le strategie pubblicitarie innovative stanno diventando fattori chiave di performance. La trasformazione digitale del retail è alimentata dall’uso massiccio dei dati, con “circa 90 milioni di punti dati analizzati ogni mese” per migliorare il targeting e la misurazione delle campagne di marketing.
Gli insight sui consumatori rivelano tendenze significative: “il 75% dei consumatori preferisce fare acquisti nei negozi fisici” e “l’82% prende le proprie decisioni d’acquisto sul posto”, sottolineando l’importanza cruciale della comunicazione in-store. Le campagne pubblicitarie stanno incorporando esperienze innovative, in particolare elementi di gamification, che hanno permesso ad alcune catene di generare “un aumento dei ricavi del 43,2% rispetto ai negozi di controllo”.
Il mercato dei media al dettaglio sta crescendo in modo esponenziale, “stimato in 150 miliardi di dollari”, superando di gran lunga i tassi di crescita della pubblicità tradizionale. La pubblicità programmatica si sta sviluppando, offrendo spazi pubblicitari più mirati e flessibili, guidati da trigger in tempo reale. I modelli di collaborazione tra proprietari di immobili e operatori dei media stanno diventando sempre più strategici per massimizzare l’efficienza e la redditività delle reti di media retail.
Il futuro appare promettente, con strategie sempre più guidate dai dati e la continua ottimizzazione degli approcci di marketing, ponendo l’esperienza del cliente al centro della trasformazione del commercio.