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E’ stato presentato il “Bilancio di impatto socio-economico di Lidl in Italia” stilato da The European House – Ambrosetti, 1° Think Tank privato italiano. Lo studio ha misurato gli impatti e il contributo di Lidl alla creazione di valore per il Sistema Paese, applicando una metodologia multidimensionale in grado di valutare l’apporto dell’azienda alla crescita e allo sviluppo dei territori in termini economici e occupazionali.

Nel 2022, i ricavi dell’azienda hanno raggiunto 6,7 miliardi di euro, frutto di una crescita costante registrata nell’ultimo decennio, con un tasso di crescita medio annuo composto del +9,1%, ampiamente superiore alla media del settore della GDO. Parallelamente alla crescita economica, anche l’occupazione ha fatto un balzo in avanti, nell’ultimo decennio l’occupazione diretta di Lidl in Italia è cresciuta ad un tasso del +8,8% medio annuo, con un forte impegno verso la stabilità. Il 90% degli impiegati, infatti, è a tempo indeterminato, superando sia il settore della GDO che la media italiana. La somma degli occupati diretti, indiretti e indotti dell’Azienda tocca quota 93.751 posti di lavoro a tempo pieno equivalenti, per effetto di un moltiplicatore occupazionale di 4,7: per ogni persona direttamente impiegata, l’attività dell’azienda sostiene 3,7 ulteriori posti di lavoro nell’intera economia del Paese.

Il percorso di costante crescita e consolidamento di Lidl Italia nell’ultimo decennio è stato sostenuto da ingenti investimenti per l’apertura di nuovi punti vendita e centri logistici e l’ammodernamento e rinnovo degli esistenti che hanno raggiunto i 454 milioni di euro nel 2022 e sono cresciuti a un tasso medio annuo del +12,9% nell’ultimo decennio, superiore rispetto alle top-10 aziende della GDO. Inoltre, l’Azienda ha generato un impatto fiscale cumulato di oltre 4,2 miliardi di euro, un ammontare 2 volte superiore a quanto previsto dal PNRR per i servizi digitali e la cittadinanza digitale.

“In 32 anni di attività in Italia abbiamo sempre messo al centro le persone, la valorizzazione del territorio e lo sviluppo della filiera agroalimentare. Solo negli ultimi 5 anni, abbiamo investito oltre 2,1 miliardi di Euro nella nostra rete immobiliare e nei prossimi 3 anni effettueremo investimenti per ulteriori 1,5 miliardi di Euro che si trasformeranno nell’apertura di 150 nuovi punti vendita e, conseguentemente, nella creazione di oltre 5.000 nuovi posti di lavoro diretti.” – dichiara Massimiliano Silvestri, Presidente Lidl Italia.

Lidl intrattiene rapporti di fornitura con centinaia di aziende italiane.  Nel 2022 il totale delle forniture di beni e servizi acquistati in Italia da Lidl ammonta a 6,2 miliardi di euro, concentrati soprattutto nel comparto della produzione agroalimentare, che si configura come un forte traino alle esportazioni di prodotti alimentari grazie agli acquisti realizzati per il rifornimento degli scaffali di punti vendita dell’Insegna all’estero. Nel 2022, tali acquisti hanno rappresentato esportazioni dall’Italia per circa 2,4 miliardi di euro, di cui il 24% è rappresentato da frutta e verdura.

Gli acquisti realizzati da Lidl verso i fornitori italiani attivano a cascata molteplici filiere economiche nel Paese, per effetto delle interdipendenze che si generano tra i settori. È per questo che il Valore Aggiunto totale prodotto da Lidl Italia è pari a 6,4 miliardi di euro, con un moltiplicatore economico pari a 5,4. Per ogni Euro di Valore Aggiunto generato direttamente da Lidl nel 2022, se ne sono attivati 4,4 euro aggiuntivi nell’intera economia. A tale impatto economico si somma anche il gettito IVA «catalizzato» da Lidl per un valore cumulato pari a quasi 800 milioni di euro.

“Nel 2022 Lidl ha generato ricadute economiche e occupazionali a cascata lungo le filiere, creando un impatto complessivo sul PIL di 7,2 miliardi di euro, parti allo 0,4% del PIL nazionale. Si tratta, ad esempio, di un dato maggiore del contributo diretto dell’intero settore siderurgico italiano. Inoltre, Lidl ha complessivamente sostenuto 93.800 occupati nell’economia nazionale, un dato superiore a quello dell’intero settore delle telecomunicazioni.” – commenta Valerio De Molli, Managing Partner & CEO The European House Ambrosetti.

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