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Con l’avvento dei marketplace, la lotta contro le frodi nei pagamenti nell’e-commerce sta assumendo un’importanza crescente. Oltre alla prevenzione delle transazioni sospette, la vera sfida risiede nell’intervenire in modo estremamente mirato per evitare di bloccare quelle legittime. Un’efficace strategia di contrasto alle frodi non solo protegge gli interessi delle aziende e dei consumatori, ma ha anche un impatto diretto sull’aumento delle vendite. Implementare soluzioni avanzate di rilevamento e prevenzione delle frodi, utilizzando tecnologie come l’intelligenza artificiale e l’analisi dei dati, è la strada da seguire per garantire un’esperienza di acquisto sicura e fluida per i clienti.

Finora, le frodi nei pagamenti sono state relativamente semplici da affrontare, poiché si verificavano principalmente durante il momento del pagamento. Queste frodi sono state contrastate con successo attraverso varie tecniche di sicurezza delle transazioni, soprattutto con il decollo dell’e-commerce. Tuttavia, oggi la situazione sta cambiando a causa dell’avvento e della spettacolare crescita dei marketplace. Il “fattore umano” è presente su entrambi i lati della transazione, ampliando notevolmente la gamma di possibili truffe. Questo rende necessario l’adozione di nuove strategie e tecnologie per affrontare in modo efficace le sofisticate minacce emergenti.

I marketplace, mettendo insieme acquirenti e venditori, sia professionisti che privati, hanno dato vita a nuove pratiche fraudolente che vanno oltre il semplice hackeraggio dei conti privati, notoriamente meno protetti rispetto a quelli aziendali. Quando acquirenti e venditori agiscono in combutta, il riciclaggio di denaro diventa una possibilità concreta. Non è nemmeno necessario coinvolgere più persone: basta possedere entrambi gli account, quello del venditore e dell’acquirente, per poter addebitare importi arbitrari per transazioni fittizie e ottenere valutazioni a 5 stelle.

Un’altra pratica fraudolenta in crescita è quella delle frodi sui resi. Questa consiste nel richiedere un rimborso per un bene dichiarando falsamente di averlo restituito. Alcuni grandi rivenditori controllano il peso della merce solo al momento della ricezione, il che permette a persone disoneste di rispedire indietro la scatola di un iPhone 15 Pro, ad esempio, riempita con 187 grammi di qualsiasi oggetto a portata di mano. Questo stratagemma permette loro di ottenere un rimborso completo senza restituire effettivamente il prodotto originale.

Per affrontare le frodi, sempre più sofisticate, è necessario superare un approccio puramente tecnico alla protezione dei dati e adottare un’analisi comportamentale dettagliata. Il KYC sta diventando una componente strategica fondamentale e, in questo contesto, l’intelligenza artificiale si rivela un potente alleato. Grazie all’incrocio di un’ampia gamma di dati, l’IA è in grado di rilevare comportamenti sospetti e bloccare utenti potenzialmente fraudolenti, migliorando significativamente la sicurezza delle transazioni.

La sfida quindi consiste nel distinguere i comportamenti fraudolenti da quelli semplicemente insoliti, evitando di perdere transazioni legittime che potrebbero impattare negativamente sulle vendite. La chiave risiede nell’accuratezza dei modelli di intelligenza artificiale utilizzati, che dipende interamente dalla qualità dei dati raccolti, dal loro incrocio e dalla loro interpretazione. Qual è il profilo dell’utente? Da quanto tempo è attivo? Quale dispositivo utilizza per connettersi? In quale momento della giornata? Con quale frequenza? Per acquistare o vendere quali prodotti? Tutte queste informazioni sono cruciali per costruire un quadro dettagliato e preciso, capace di identificare comportamenti sospetti senza compromettere l’esperienza degli utenti legittimi.

Si tratta di una vera e propria partita a scacchi, in cui bisogna anticipare le mosse dell’avversario basandosi su quelle precedenti. Proprio come negli scacchi, i programmatori utilizzano simulatori di “gioco” con scenari di frode inseriti tra innumerevoli transazioni legittime. Alla fine, valutano le prestazioni dell’IA e lavorano per migliorarle continuamente.

Tuttavia, questo progresso tecnologico è un’arma a doppio taglio, poiché apre nuovi orizzonti anche ai truffatori. Grazie al deepfake, possono ingannare i sistemi di riconoscimento facciale, simulare voci e persino intere conversazioni.

Oggi spetta ai fornitori di infrastrutture dei marketplace assumere un ruolo centrale nell’integrazione della protezione e del rilevamento delle frodi nei processi fondamentali del marketplace. Grazie a un’analisi comportamentale accurata, è possibile ottenere un rilevamento affidabile delle frodi, capace di identificare e bloccare esclusivamente i comportamenti realmente sospetti. Un approccio che non solo tutela il tasso di conversione, ma migliora anche l’esperienza complessiva dell’utente.

(di Gianmaria Chiurco, Responsabile di Mangopay per l’Italia)

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