Dalla partnerhip tra Cab Log e Costantin stop ai diesel e via libera ai camion riforniti con HVO
Con l’acronimo HVO viene indicato l’Hydrogenated vegetable oil, un combustibile vegetale idrogenato ottenuto 100% da materie prime rinnovabili che può essere usato al posto del diesel tradizionale. Da anni è usato nel Nord Europa, rispetto ad un gasolio convenzionale consente una riduzione delle emissioni fino al 90%. È da poco arrivato in Italia, distribuito dall’azienda Costantin Spa di Borgo Veneto nel Padovano con un fatturato di 1 miliardo.
Cab Log ha deciso di sposare questa rivoluzione nel mondo dei biodiesel, attivando una fase di test il nuovo combustibile non fossile. La sperimentazione inizierà su alcuni mezzi, la cui previsione di percorrenza chilometrica annuale di ciascuno è di 110.000 chilometri
“Stando ai nostri test che da diversi mesi stiamo conducendo il nuovo diesel HVO riduce la rumorosità del motore e aumenta le prestazioni in termini di una migliore combustione, riducendo la fumosità e facilitando le partenze a freddo”, spiega Marco Vetrali, direttore commerciale di Costantin Spa. “L’impatto economico è pressoché nullo per gli utilizzatori, considerando la vera natura del prodotto: inquina meno, perché è privo di aromatici e poliaromatici, composti impattanti dal punto di vista ambientale – continua Luca Cavatton di Costantin Spa, responsabile del progetto HVO100 – per questo riteniamo sia il futuro dello spostamento green”.
“Anche per questo la nostra idea è quella di estendere il progetto entro fine anno ad altri dieci mezzi”, spiega l’ing Danilo Vaccaro di CAB LOG. “Per poter arrivare a coprire quasi la totalità della nostra flotta di 300 mezzi, valuteremo gli effetti significativi che il nuovo carburante ha in termini di costi, consumi e l’impatto sui motori, oltre alla capillarità del servizio. È una sfida per noi, ma anche per l’intero mondo della logistica”.
Di certo, è affascinante la sfida di questo nuovo biodiesel, che viene distribuito in tutta italia con una serie di partner e fornito direttamente alle grandi aziende della logistica e dei trasporti. È un esempio di economia circolare: i prodotti di scarto che dovrebbero essere smaltiti, con aggravio di costi e con un maggior impatto sull’ambiente, vengono invece impiegati per la produzione di biocarburanti dall’elevato potere calorifico, maggiore a quello del gasolio di origine fossile e a quello del biodiesel tradizionale.
Il processo di produzione di HVO100 avviene in due fasi, il primo viene denominato idrotrattamento, le materie prime vengono saturate con idrogeno, e successivamente viene alterata la struttura chimica per conferire le qualità desiderate al prodotto finale.
Una svolta storica, dunque, nel mondo del trasporto su gomma. Si tratterà di capire fino a che punto verrà accolta dalle aziende perché il tema dei costi di produzione rischia di rallentare la diffusione di questo prodotto poco inquinante. “Bisogna fare una riflessione importante e coinvolgere attivamente i clienti e la politica, perché se è vero che la transizione green è il presente e il futuro, oltre ad essere fondamentale per l’ambiente, è pur sempre vero che costa”, concludono Giuseppe Bortolato, parte della proprietà, e Walter Stevanato. “Chi subirà e pagherà i maggiori costi? Gran parte delle aziende di trasporto lavora da anni con margini davvero risicati”.