Il successo di ChatGpt ha sollevato nuovamente l’attenzione sulle applicazioni dell’intelligenza artificiale alla vita e al lavoro delle persone. Il superbot di Open AI – si differenzia da tutti gli altri per la sua capacità di comprendere e rispondere in linguaggio naturale con una ricchezza di concetti e di eloquio senza precedenti. Ed è un game changer per diverse industrie. Lo è senza dubbio anche per la logistica, in cui si potrebbe impiegare ad esempio come “assistente virtuale” per snellire e accelerare tutte le attività di interfaccia con l’utente. Ma non dimentichiamo che oltre a ChatGpt ci sono tante altre forme di AI, alcune delle quali sono già utilizzate nella logistica, e abilitano una gestione smart dei processi.

L’AI è una tecnologia che crea dissenso perché si porta dietro tutta una serie di pregiudizi legati alla sua capacità di sostituire un giorno l’uomo. Se è vero che il suo maggior impiego porterà a una riduzione di posti di lavoro – in mansioni ripetitive e a basso valore aggiunto – è altrettanto vero che negli anni genererà nuove posizioni, basti pensare agli sviluppatori di algoritmi, e in generale libererà risorse umane per attività più speculative.

Queste imprese forse più di altre sono forzieri di informazioni che però vanno analizzate e ordinate per poter tornare utili. Attraverso l’intelligenza artificiale questi dati diventano valore economico. Non è un caso che in un recente report di Ipsi e Conftrasporto si parla di “logistica 4.0” per indicare un’evoluzione basata sui dati. Da un lato, i servizi di trasporto richiedono la consegna fisica di volumi di beni sempre più elevati, con tutto quello che ne consegue in termini di organizzazione, stoccaggio, mobilità. Dall’altro, i comportamenti dei consumatori sono sempre più mutevoli e quindi è importante avere dei sistemi automatici che analizzino i dati in fretta e prevedano i prossimi trend di acquisto. Per queste ragioni l’intelligenza artificiale “entro il 2023 sarà integrata nel 50% delle soluzioni tecnologiche nelle catene di approvvigionamento”, secondo Gartner. E questo trend libererà un valore di 4mila miliardi di dollari entro il 2025.

Già oggi le applicazioni possibili sono diverse. Ad esempio, l’intelligenza artificiale migliora tutto quello che riguarda la gestione dei flussi. Nella galassia del gruppo di trasporti ITLM, si utilizzano da alcuni anni sistemi di intelligenza artificiale che aiutano appunto a prevedere i flussi, analizzando il magazzino e scandagliando gli ordini da spedire, ottimizzando la gestione delle squadre da utilizzare giorno per giorno, in relazione alle spedizioni previste. L’AI dialoga con degli hardware smart e genera un aumento della produttività e una riduzione dei costi.

E proprio nel magazzino può esserci la prima rivoluzione: dalla ricezione delle merci alla consegna finale, un magazzino governato da AI, in combinazione con l’Internet of Things, robotica, RFID, consente di identificare, smistare, elaborare, imballare e prelevare le merci in modo completamente automatico, minimizzando gli errori umani e permettendo alle persone di svolgere mansioni di controllo.

L’AI può intervenire nell’ottimizzazione degli imballaggi: ad esempio sempre ITLM si è dotata di un macchinario basato su una tecnologia di laser scan che permette di confezionare il packaging in maniera sartoriale intorno all’oggetto da spedire. Si tratta in sostanza di una stampante in grado di produrre scatole con una precisione millimetrica e con una resistenza che il normale preformato non riesce a garantire. In questo modo si riduce la quantità di cartone utilizzato, si migliora la produttività del 15%, il costo medio della spedizione e del magazzino scendono del 5-10%, si ottimizza il carico dei trasporti e non da ultimo, si utilizza meno materiale e quindi si è più sostenibili.

Inoltre, una gestione smart delle scorte consente di sfruttare al massimo gli spazi e ridurre i costi, prevedendo la giusta quantità di stock per evadere gli ordini in maniera ottimale. In altre parole, si può essere in anticipo sulla curva della domanda, ottenendo un vantaggio competitivo. Ma non solo: l’AI può essere utilizzata per identificare le rotte di spedizione più efficienti, a partire da queste informazioni. I software in uso oggi sono in grado di effettuare previsioni sulla domanda per tipo di bene e posizione fino a 12 settimane in anticipo: queste informazioni possono aiutare a evitare i colli di bottiglia nei porti o nelle aree con ritardi di produzione.

Ancora, l’AI generativo può aiutare a migliorare la sostenibilità della supply chain: grazie alla capacità di considerare la più ampia gamma possibile di opzioni, gli algoritmi di apprendimento automatico possono aiutare a ridurre gli sprechi di energia e di risorse, diminuire le emissioni di gas serra e promuovere pratiche sostenibili su tutta la catena del valore. Infatti gli algoritmi di intelligenza artificiale riescono a fare quello che si chiama capacity matching predittivo, riducendo le spedizioni non essenziali di container e rimorchi vuoti e dunque il numero di veicoli in circolazione. Con vantaggi per il conto economico e per l’ambiente.

Insomma, al di là delle mode del momento, gli operatori più all’avanguardia del comparto logistico hanno già implementato soluzioni di intelligenza artificiale perché ne riconoscono il valore reale in un mercato in rapida evoluzione in cui, per restare competitivi, è importante cogliere le opportunità offerte da questa e altre tecnologie innovative.

(di Federico Pozzi Chiesa, Founder & CEO di Supernova Hub e Group CEO di ITLM)

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