L’intelligenza artificiale può contribuire a garantire la conformità con la nuova normativa UE sulla supply chain
Dopo un percorso legislativo di due anni e mezzo, la nuova Direttiva Corporate Sustainability Due Diligence dell’UE è stata finalmente accettata, adottata e pubblicata il 5 luglio 2024. Considerata ad oggi la riforma più ambiziosa dell’UE in materia di supply chain, stabilisce che le aziende sono ritenute responsabili del loro impatto lungo tutta la catena logistica. Questa nuova legge mira a salvaguardare i diritti umani e l’ambiente, spingendo le aziende a identificare e mitigare i rischi all’interno delle loro attività, delle filiali e dei partner. Con i tempi ristretti della direttiva e i nuovi obblighi, le aziende sono spinte a dare priorità ad un adattamento tecnologico intelligente, che alla fine fa emergere grandi sfide tecnologiche per garantire la conformità.
Per conformarsi al CSDDD, le aziende devono produrre piani omnicomprensivi che allineino le loro attività commerciali all’obiettivo climatico di contenimento del riscaldamento globale a 1,5°C stabilito dall’Accordo di Parigi e agli standard internazionali sui diritti umani. In questo senso, sono necessarie una documentazione dettagliata e la trasparenza lungo l’intera supply chain dell’organizzazione. Fino a poco tempo fa, questa attività dipendeva da strumenti obsoleti come fogli di calcolo ed e-mail, ma questi metodi tradizionali sono inefficienti, soggetti a errori e totalmente inadeguati perché un’organizzazione possa farvi affidamento per garantire la propria compliance, soprattutto a causa della complessa due diligence richiesta. Pertanto, le aziende sono sotto un’enorme pressione per implementare tecnologie adeguate in grado di sostituire i processi manuali al fine di ridurre la presenza di errori commessi in passato.
Una delle sfide più significative che le organizzazioni dovranno affrontare è la gestione delle relazioni tra i fornitori di servizi, che comporta controlli delle sanzioni su più fronti, basati su vari fattori quali la regione, la categoria di prodotto o il volume degli ordini. Ciò tende a richiedere che più reparti lavorino manualmente, portando a processi lenti e inefficienti, anch’essi soggetti a errori umani. Senza strumenti digitali efficaci le aziende corrono il rischio di costosi reporting e di errori nei dati, rendendo la loro conformità complessiva molto più difficile o, in definitiva, irraggiungibile.
Per superare queste sfide, le organizzazioni devono modernizzare i propri sistemi ERP e integrare soluzioni digitali avanzate. È qui che entra in gioco l’intelligenza artificiale, con piattaforme di automazione dei processi basate sull’IA che offrono una soluzione di valore in grado di collegare le vecchie e le nuove architetture IT. Queste piattaforme possono integrarsi perfettamente con i sistemi esistenti creando un “layer di agilità” che collega fonti di dati separate in un ambiente uniforme. Qui viene abilitata un’efficiente orchestrazione dei processi, con gli utenti forniti di dati contestuali e rilevanti attraverso interfacce intuitive.
L’elaborazione intelligente dei documenti è un elemento chiave di queste piattaforme. Sfruttando l’intelligenza artificiale, IDP può estrarre dati da PDF e altri documenti per generare e compilare moduli e creare applicazioni in base ai mutevoli requisiti di conformità. L’intelligenza artificiale può anche essere utilizzata per trasformare i dati non strutturati provenienti dalla nuova legislazione in formati strutturati che garantiscono che i documenti siano popolati e classificati in modo accurato e coerente.
La combinazione dell’intelligenza artificiale con piattaforme low-code offre potenti funzionalità alle organizzazioni che mirano a conformarsi al CSDDD. Queste piattaforme consentono agli sviluppatori e ai dipendenti non tecnici di creare applicazioni aziendali personalizzate con workflow visivi e processi automatizzati. Ciò aumenta significativamente la velocità e l’agilità di questi flussi di lavoro, rispetto ai tradizionali metodi di sviluppo software.
Queste piattaforme low-code possono fornire interfacce intuitive per consentire agli utenti aziendali di accedere a informazioni e attività da qualsiasi dispositivo, migliorando l’accessibilità e l’efficienza; le funzionalità di automazione, semplificando la raccolta e la correzione dei dati, garantiscono la coerenza e l’accuratezza dei dati e, inoltre, consentono alle aziende di analizzare grandi volumi di dati ambientali, sociali e di governance in modo rapido e accurato, identificando piattaforme e tendenze per mitigare il rischio potenziale.
Infine, una volta collegate le fonti di dati a un data fabric, i report ESG necessari possono essere generati automaticamente e senza errori. La tecnologia del data fabric può abbattere i silos, collegando perfettamente i dati ESG provenienti da dipartimenti e sistemi software diversi. Ciò non solo riduce il carico di lavoro ma aumenta anche la trasparenza nella creazione dei report.
Grazie a piattaforme di automazione dei processi che possono essere integrate con sistemi esistenti, database e fornitori di terze parti, i team di gestione del rischio possono generare report ESG basati su informazioni di processo, cifre chiave determinate dal sistema o dati registrati manualmente. Ciò, a sua volta, garantisce piena trasparenza alle parti interessate e migliora i registri dei rischi e il processo decisionale del board aziendale.
Poiché rappresenta un passo fondamentale verso una gestione della supply chain più responsabile e trasparente, il CSDDD è uno strumento rigoroso e ambizioso, che esercita pressioni sulle organizzazioni affinché mettano rapidamente ordine al loro interno. Nonostante le sfide sostanziali, le piattaforme di intelligenza artificiale e di automazione dei processi offrono un percorso per trasformare queste richieste in opportunità. Adottando queste tecnologie avanzate, le aziende possono semplificare le operazioni, aumentare la trasparenza e migliorare l’agilità. Ciò non solo garantisce la conformità, ma migliora anche la gestione del rischio e rafforza la competitività complessiva del business.
(di Silvia Speranza, Regional Vice President di Appian Italia)