Nell’ultimo Global Luxury Retail Report realizzato da Savills emerge che, sebbene a livello globale il numero delle aperture dei negozi di lusso ha subito un rallentamento nel corso del 2023, diverse aree mostrano una controtendenza dovuta alla propensione dei brand a diversificare a livello geografico la loro strategia puntando su città retail-oriented.

L’attività nella regione Asia-Pacifico ha registrato un aumento del 31% delle aperture rispetto all’anno precedente, pari al 17% del totale delle aperture a livello globale. La Cina continua a dominare le nuove aperture di brand del lusso con uno share del 41%. Tuttavia, la fiducia da parte dei brand nel mercato è diminuita come conseguenza alla mancanza di risposta dei consumatori ad esso; questo, insieme alla riduzione della disponibilità di spazi sul mercato, ha comportato un rallentamento della crescita del numero di nuovi negozi, seppur a confronto con un 2022 di forte espansione. Tokyo e Singapore hanno contribuito a quasi la metà delle nuove aperture nella più ampia regione Asia-Pacifico, in parte aiutati dal miglioramento della spesa turistica, dall’indebolimento dello Yen nel caso di Tokyo e dall’allentamento delle restrizioni sui visti per i turisti della Cina continentale.

Anche il Nord America ha registrato una crescita con New York che si posiziona al primo posto con un numero di nuove aperture raddoppiato rispetto al 2022. Al secondo posto troviamo Los Angeles; si registra un aumento dell’attività in molte città ricche e in destinazioni turistiche come Atlanta, Dallas, Chicago e Aspen.

L’Europa ha assistito a un rallentamento delle aperture, ma questo riflette una disponibilità limitata di spazi nelle principali vie del lusso del continente a seguito dell’aumento di aperture nel 2022, piuttosto che una riduzione dell’appetito dei brand.

Milano si conferma capitale del lusso a livello globale. Via Montenapoleone ha mantenuto la sua posizione come location high street più cara d’Europa con canoni al metro quadrato per anno pari a 15.000 euro, seguiti da 12.200 euro di Bond Street a Londra e superiori a 7.400 euro di Champs Elysées a Parigi, location ibrida tra lusso e mass market. Per i prossimi mesi ci aspettiamo una crescita dei canoni in piazze come Bond Street a Londra e Madison Avenue a New York, ma con un tasso relativamente contenuto e non tale da scalzare Hong Kong e Milano dalle loro attuali posizioni.

Il Report di Savills ha inoltre esaminato le dimensioni future dei mercati in relazione alla presenza dei marchi del lusso e identificato le città attualmente poco rappresentate. Mentre Tokyo, Seul, New York, Parigi e Londra hanno, senza sorprese, la maggiore presenza di brand, ci sono località più “acerbe” che sembrano essere relativamente meno rappresentate. Nonostante le sfide a breve termine che il mercato del lusso deve affrontare in Cina, in base alle dimensioni e alla crescente ricchezza, alcune delle sue più grandi città presentano margini di crescita interessanti, come Shenzhen, Hangzhou e Wuhan, che sono attualmente meno servite rispetto a Shanghai e Pechino. Poiché il costo del lavoro in queste località è inferiore, il ritorno sull’investimento dei marchi del lusso è potenzialmente più rapido. Altri mercati che si sono distinti in termini di dimensioni, ricchezza crescente e relativa sottorappresentazione rispetto a mercati simili, includono Mumbai, Delhi, Giakarta, Bangkok e Dubai, con l’attrattiva di quest’ultima ulteriormente rafforzata dalla crescita del turismo internazionale. 

Francesca Cattagni, Head of High Street Leasing di Savills, commenta: “I marchi del lusso oggi sono più che mai focalizzati sulle location e sull’espansione in mercati target. Il panorama globale del lusso continua ad ampliarsi sia in termini di nuove geografie che di offerta. Questo permette alle proprietà di offrire ai brand nuove opportunità e, allo stesso tempo, aiuta i tenant a far fronte alle nuove esigenze della domanda. Nel mercato italiano continua l’espansione dei brand del lusso nelle principali destinazioni turistiche, nelle main cities come Milano (dove la disponibilità di nuovi spazi è vicina allo zero) e nei mercati regionali dove spiccano le destinazioni emergenti.”

Marie Hickey, Director in Commercial Research di Savills, aggiunge: “Nel periodo immediatamente successivo alla pandemia abbiamo assistito a un enorme aumento dell’espansione di nuovi negozi, in particolare in Cina, quindi non sorprende che negli ultimi anni si sia assistito a un rallentamento in seguito alla normalizzazione dei mercati. L’indebolimento della fiducia dei consumatori e della spesa in Cina, unitamente ad una scarsa disponibilità di negozi in Europa, Nord America e Medio Oriente, ci fa prevedere che il rallentamento delle nuove aperture continuerà anche nella prima parte del 2025. Ciò non significa che non ci sia la volontà di espandere e ottimizzare i portafogli immobiliari, in particolare nei futuri mercati in crescita dell’Asia e del Medio Oriente. Tuttavia, riteniamo che i gruppi più grandi, con portafogli di negozi più maturi, saranno più selettivi quando si tratterà di strategie di espansione dei negozi.”

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